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Quando anche sudo tradisce. Due bug, un root e una chroot

Non succede spesso che sudo, uno dei comandi più fidati e scrutinati del mondo Unix, finisca sotto i riflettori per una vulnerabilità davvero seria. Stavolta è successo due volte, e una delle due fa davvero male. Due bug scoperti e documentati di recente – CVE-2025-32462 e CVE-2025-32463 – mostrano come, anche dopo più di 12 anni di sviluppo, errori silenziosi possano ancora nascondersi in piena vista. Il primo, CVE-32462, è quasi romantico per quanto è vecchio: un difetto nell’uso dell’opzione --host che, in determinate configurazioni di sudoers, può consentire a un utente locale di eseguire comandi con privilegi su host che non dovrebbe nemmeno poter vedere. Roba da manuale, bassa priorità, ma comunque un richiamo interessante per chi pensa che le configurazioni “da laboratorio” non portino guai. Il secondo è molto più cattivo. CVE-32463 sfrutta l’opzione -R di sudo, che consente di specificare una directory chroot. L’idea è che tu possa lanciare comandi in un ambiente isolato, ma ec...

Le ombre di Teheran nei server USA. Hacker iraniani minacciano ex collaboratori di Trump, caccia all’email perduta

Ho appena letto un report di Reuters – e sì, la notizia è confermata e tombale – che vale un approfondimento. Un collettivo di hacker presumibilmente legato all’Iran, che si fa chiamare “Robert”, ha detto di essere in possesso e pronto a vendere circa 100 GB di email trafugate da ex collaboratori di Donald Trump: Susie Wiles (capo di gabinetto), Lindsey Halligan (avvocata), Roger Stone (consigliere politico) e perfino Stormy Daniels. Il gruppo aveva già fatto trapelare materiale simile a fine 2024, senza però influenzare davvero gli esiti elettorali. Negli scambi con Reuters, “Robert” ha lanciato l’ennesima minaccia: “abbiamo intenzione di organizzare la vendita di queste email e vogliamo che sia Reuters a trasmettere la notizia”, hanno detto . Un tentativo palese di cyber‑propaganda orchestrata a freddo. Le autorità statunitensi – FBI e DOJ – e l’agenzia CISA definiscono il tutto un’“operazione diffamatoria mirata”, un tentativo fatto con cura per destabilizzare, dividere e minare la ...

Owna le tue cuffie, exploit HFP via Bluetooth vulnerabile (attivare il microfono delle tue cuffie)

Negli ultimi giorni è stata svelata una serie di vulnerabilità nei chip Bluetooth della famiglia Airoha, integrati in decine di dispositivi audio wireless tra cui auricolari TWS, cuffie, speaker e microfoni venduti da marchi noti come Beyerdynamic, Bose, Sony, Marshall e altri. La scoperta è stata resa pubblica dal team di ricerca tedesco ERNW durante la conferenza TROOPERS, tenutasi il 29 giugno 2025. Queste falle permettono ad un aggressore nelle vicinanze di eseguire azioni come ascoltare l’audio in riproduzione, controllare funzioni del dispositivo via Bluetooth e addirittura attivare il microfono remoto tramite manipolazione del profilo HFP (Hands-Free Profile), che normalmente viene utilizzato per le chiamate vocali. I ricercatori hanno individuato tre vulnerabilità principali, tutte localizzate nel firmware dei chip Airoha, già ampiamente diffusi nel mercato consumer. Si tratta di CVE‑2025‑20700, CVE‑2025‑20701 e CVE‑2025‑20702, tutte con un punteggio di rischio compreso tra 6.7...

Scattered Spider, l’FBI lancia l’allarme, obiettivo il settore aereo

Il gruppo di criminali informatici noto come Scattered Spider ha ripreso a colpire, questa volta mirando a compagnie aeree e fornitori di servizi tecnologici collegati al settore dell’aviazione. L’FBI ha emesso un'allerta formale. Il gruppo è già noto per attacchi ad alto impatto nel 2023 contro MGM Resorts e Caesars Entertainment. I loro attacchi si basano su un’evoluzione sofisticata del social engineering. Fingendosi dipendenti legittimi, i membri del gruppo contattano l’helpdesk IT delle aziende vittime. Puntano a ottenere l’aggiunta di nuovi dispositivi di autenticazione multifattore (MFA) o il reset delle credenziali di accesso. In alcuni casi riescono a convincere gli operatori a disabilitare temporaneamente l’MFA. Tutto questo avviene senza l’utilizzo di malware tradizionale. La tecnica di base è il cosiddetto "MFA fatigue", ma potenziata da pretexting convincente e spoofing di chiamate. Utilizzano dati precedentemente sottratti da altre intrusioni o acquistati ne...

Un telefono sotto sorveglianza. Cartello di Sinaloa vs FBI

Sai, quando ho letto quella notizia l’altro giorno, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata: ma davvero il cartello di Sinaloa ha hackerato un agente dell’FBI? Non è roba da film, eppure pare che sia successo sul serio. A quanto emerge da un documento ufficiale del Dipartimento di Giustizia americano, reso pubblico solo di recente, nel 2018 un hacker legato ai narcos messicani è riuscito a entrare in possesso dei dati del telefono di un agente dell’FBI assegnato all’ambasciata americana a Città del Messico. La notizia non era mai uscita prima d’ora. È riemersa adesso, nel 2025, grazie al procedimento giudiziario contro il responsabile, arrestato e processato negli Stati Uniti. Non stiamo parlando di un cyberattacco ai server federali, ma di qualcosa di molto più diretto e, paradossalmente, più “banale”: la sorveglianza tecnica di un telefono personale. Con i registri delle chiamate, la geolocalizzazione attiva e un uso strategico delle telecamere cittadine, l’hacker è riuscito a...

Sogno italiano. Tra CTF, vittorie e il desiderio di primeggiare ancora

La notizia che quattro giovani italiani sono saliti sul podio delle Olimpiadi Internazionali di Cybersecurity (International Cybersecurity Challenge) mi ha riempito d’orgoglio. Gareggiavano con la selezione europea, rappresentando l’Italia all’interno del team EU, e insieme hanno ottenuto il secondo posto mondiale dietro alla squadra asiatica. Un risultato tutt’altro che scontato, in un contesto sempre più competitivo e globale. Il fatto che tra i protagonisti ci fossero anche studenti italiani – preparati, motivati, selezionati tra decine di candidati – è la prova che nel nostro Paese il talento non manca. Ma il talento, da solo, non basta. Servono contesti in cui possa emergere, strumenti per affinarlo, mentori capaci di guidarlo, e soprattutto occasioni vere per mettersi alla prova. Le CTF (Capture The Flag) sono questo: sfide tecniche, ma anche esperienze formative complete. Sono uno dei modi migliori per sviluppare competenze reali in ambiti come il reverse engineering, l’exploit ...

Stampanti Brother, fratelli sì... Ma un po' sbadati

Ci sono dispositivi che fanno il loro lavoro in silenzio, giorno dopo giorno, senza mai lamentarsi. Le stampanti, per esempio. Tranne quando decidono di vendicarsi e stamparti la pagina di test alle tre di notte. Oppure quando si scopre che, oltre a stampare, potrebbero diventare porte d’ingresso perfette per chi non è stato invitato. La notizia è che i ricercatori di Rapid7 hanno scoperto ben 16 vulnerabilità in una vasta gamma di dispositivi Brother. Una collezione di bug che sembra uscita da un mercatino dell’usato: un po’ di overflow qui, un po’ di bruteforce là, un pizzico di configurazioni esposte… e voilà, la tua stampante può fare più danni di un collega che risponde a “Rispondi a tutti” nelle email. Alcune delle falle sono roba classica: mancanza di rate limiting su credenziali (CVE-2024-31498), web interface senza autenticazione (CVE-2024-31499), e anche qualche denial of service simpatico che può essere scatenato semplicemente parlando male alla stampante — o meglio, mandand...

La fine (di nuovo) di BreachForums, presi in Francia cinque presunti admin

RaidForums, BreachForums, e ora… nulla. Uno dei forum più noti del sottobosco cybercriminale internazionale ha subito un altro duro colpo: cinque presunti amministratori di BreachForums sono stati arrestati in Francia, a quanto pare nel corso di un’operazione coordinata della polizia giudiziaria francese specializzata in crimini informatici. Per chi segue la scena da anni, questo non è un fulmine a ciel sereno, ma sa comunque di epilogo atteso. RaidForums, il predecessore di BreachForums, era diventato celebre (o famigerato, a seconda dei punti di vista) come un punto d’incontro per chi vendeva e comprava database rubati, vulnerabilità 0-day, script per phishing e materiali vari. Ma non solo. Molti, come il sottoscritto, ci sono finiti anche solo per leggere writeup tecnici, tool condivisi o semplici thread su bug bounty e Hack The Box. Il confine tra black, grey e white hat era sempre sfumato. Dopo la chiusura di RaidForums nel 2022, BreachForums nacque come “versione 2.0”, nel tentat...

Basta uno screenshot per perdere tutto. OCR e seed phrase, il malware SparkKitty

C’è un nuovo tipo di malware che non cerca password o codici complicati. SparkKitty punta alle tue foto salvate nello smartphone, in particolare quelle che contengono seed phrase, cioè le parole segrete usate per recuperare i portafogli di criptovalute. Se queste parole finiscono in uno screenshot o in una foto scattata da te, SparkKitty può trovarle e inviarle ai criminali. Tutto comincia con un’app apparentemente innocua. Alcune versioni infette sono state perfino trovate su Google Play Store e App Store, come nel caso dell’app cinese “SOEX” su Android e “币coin” su iOS. Queste app, una volta installate, chiedono il permesso di accedere alla galleria o alle foto. Fino a qui sembra tutto normale: molte app fanno lo stesso. Ma SparkKitty, nascosto dentro queste app, inizia a caricare le tue immagini su un server controllato dagli hacker. Una volta caricate, le immagini vengono analizzate con tecniche di riconoscimento del testo (OCR). L’obiettivo è trovare screenshot o fotografie conten...

Ma Android è sotto attacco perché è il sistema più usato o perché è open source?

All'inizio del 2025 gli attacchi informatici contro gli smartphone sono aumentati in modo netto. A dirlo è l’ultimo rapporto di Kaspersky, che ha registrato un’impennata nelle minacce rivolte in particolare ai dispositivi Android. Si parla di malware bancari, trojan che si mascherano da app legittime, adware aggressivi, spyware di livello industriale e nuove varianti di RAT (Remote Access Trojan) studiate per scavalcare i controlli delle versioni più recenti di Android. Non è certo la prima volta che succede. Ma il trend di questi mesi sembra confermare un’accelerazione nella guerra tra cybercriminali e dispositivi mobili, con Android nel mirino. E la domanda torna: perché proprio Android? La spiegazione più immediata è quella dei numeri: Android è il sistema operativo mobile più diffuso al mondo, soprattutto nei mercati dove i dispositivi economici dominano. Più dispositivi significa più bersagli, quindi più convenienza per chi sviluppa malware. Ma c’è un’altra possibile spiegazio...