Non succede spesso che sudo, uno dei comandi più fidati e scrutinati del mondo Unix, finisca sotto i riflettori per una vulnerabilità davvero seria. Stavolta è successo due volte, e una delle due fa davvero male. Due bug scoperti e documentati di recente – CVE-2025-32462 e CVE-2025-32463 – mostrano come, anche dopo più di 12 anni di sviluppo, errori silenziosi possano ancora nascondersi in piena vista. Il primo, CVE-32462, è quasi romantico per quanto è vecchio: un difetto nell’uso dell’opzione --host che, in determinate configurazioni di sudoers, può consentire a un utente locale di eseguire comandi con privilegi su host che non dovrebbe nemmeno poter vedere. Roba da manuale, bassa priorità, ma comunque un richiamo interessante per chi pensa che le configurazioni “da laboratorio” non portino guai. Il secondo è molto più cattivo. CVE-32463 sfrutta l’opzione -R di sudo, che consente di specificare una directory chroot. L’idea è che tu possa lanciare comandi in un ambiente isolato, ma ec...
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